La Sindrome Post Aborto

Questa sindrome colpisce sia le donne che hanno abortito sia quelli che sono sopravvissuti a un aborto. Esistono associazioni di sopravvissuti, estese anche ai gemelli di abortiti (ossia coloro che sanno di essere stati concepiti assierme ad un altro, poi soppresso) e fratelli (ossia coloro che sanno che la loro madre ha abortito un loro fratello, prima o dopo di loro). La maggiore organizzazione dedicata alle donne che hanno abortito è l'Elliot Institute. In Canada questo argomento è trattato dall'istituto scientifico per la bioetica e ricerca sociale deVeber. Sempre negli Stati Uniti è nata nel 1997 l'iniziativa "Rachel's Vineyard Ministries" che propone a queste persone percorsi di elaborazione del lutto. Sono presenti anche in Italia dal 2010. Alcuni centri del Movimento per la Vita sono attrezzati per accogliere queste donne (¹).
Dato che la materia è estremamente complessa (ossia il comportamento delle persone dipende da molteplici fattori, spesso insondabili) ogni studio viene contestato dagli oppositori che ne evidenziano i punti deboli (inevitabilmente presenti) e le motivazioni sociali e psicologiche eventualmente non investigate.
Ma al di là degli studi seri (che hanno sempre un valore) il semplice buon senso suggerisce che, comunque sia, l'aborto non è una passeggiata e può evidentemente essere causa scatenante di depressione, istinti suicidi, abuso di alcol e stupefacenti. L'introduzione della RU486 aggrava la situazione della donna come documentiamo in questa pagina.
Uno studio di David M. Fergusson su oltre 500 donne neozelandesi seguite da 0 a 30 anni ha mostrato come fenomeni di disturbo mentale siano più frequenti nelle donne che hanno abortito volontariamente rispetto a tutte le altre categorie considerate (donne mai state gravide, donne con figli desiderati, donne con figli indesiderati, donne con aborti spontanei). Un aspetto triste è che, pur essendo agnostico e pro-choice, l'autore dello studio ammette di aver penato per far pubblicare i suoi risultati alle riviste specializzate e inoltre, se si cercano le edizioni degli articoli nei vari anni si nota una progressiva attenuazione delle sue affermazioni, testimonianza di una guerra editoriale.

(¹) Il CAV Pavese ha messo a disposizione su Youtube una conferenza tenuta nel maggio 2009 dalla dott.sa Benedetta Foà che tratta per professione queste problematiche.